Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIII – 26 settembre 2015.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Un caso di iper-religiosità guarita dai farmaci in un paziente affetto da epilessia temporale farà molto discutere. Un uomo di 40 anni con una storia di epilessia del lobo temporale è giunto al pronto soccorso con marcate manifestazioni di zelo religioso dopo un periodo di mancata accettazione della terapia. La reintroduzione del trattamento ha determinato la scomparsa dei fenomeni psichici e comportamentali legati ad acute ed intense espressioni di spiritualità, con un ritorno allo stile di personalità e all’atteggiamento mentale consueto. Garcia-Santibanez e Sarva, rispettivamente del Dipartimento di Neurologia del Mount Sinai Hospital di New York e del Dipartimento di Neurologia del Centro Maimonedes di Brooklyn, hanno comunicato il caso che presto sarà pubblicato [Case Rep Neurol Med. 2015; Epub doi:10.1155/2015/235856]. Un grande dibattito ancora aperto ha avuto inizio quando ricercatori non credenti hanno attribuito ad epilessia l’esperienza mistica dei profeti della storia ebraica. Attualmente, l’emergere di vissuti spirituali intensi in pazienti affetti da epilessia si stima fra lo 0,3% e il 3,1%. Waxman e Geschwind hanno descritto un gruppo di tratti caratteristici dell’epilessia del lobo temporale, consistente in iper-religiosità, ipergrafia, alterato comportamento sessuale, aggressività ed eccessiva preoccupazione per i dettagli. D’altra parte, è dimostrato che esperienze mistiche e vissuti di profonda spiritualità si sviluppano indipendentemente da lesioni o stimolazioni del lobo temporale e possono caratterizzare la vita intera di persone perfettamente sane. Questi argomenti sono stati affrontati da noi (v. La ricerca dello spirito nel cervello nella sezione “In Corso”), mentre una rassegna dei principali studi su spiritualità e religione nell’epilessia fino al 2008 è stata realizzata da Devinsky O. e colleghi (Devinsky O., et al. Spirituality and religion in epilepsy. Epilepsy Behav. 2008).

 

Differenze sessuali nel ferro cerebrale: le donne carenti dalla mezza età. L’età e il sesso influenzano i livelli di ferro nelle varie aree e formazioni cerebrali. Uno studio di Persson e colleghi ha fornito il primo report in vivo che ha documentato livelli sottocorticali totali di ferro più bassi selettivamente nelle donne dall’età media in avanti, rispetto agli uomini e alle donne giovani. Sono stati studiati: nucleo caudato, putamen, pallido, talamo, pulvinar, nucleo rosso, sostanza nera e nucleo dentato del cervelletto. Questo dato è importante per molte ragioni, non ultima la definizione di livelli di base per distinguere invecchiamento fisiologico e neurodegenerazione patologica [Neuroimage 122: 385-398, 2015].

 

Deprexis: un programma online per il trattamento della depressione nella sclerosi multipla. Molte persone affette da sclerosi multipla (SM), a causa di infermità motorie, hanno difficoltà a recarsi con assidua frequenza alle sedute di psicoterapia necessarie a modificare il funzionamento depressivo della loro mente. Per questa ragione, in Germania, Fischer e colleghi hanno sperimentato  Deprexis, un programma online di trattamento antidepressivo su 35 pazienti affetti da SM e depressione, impiegando per confronto un gruppo di 36 pazienti con le due stesse condizioni patologiche, ma non trattati. Complessivamente, i 71 pazienti, di età compresa fra i 18 e i 65 anni, sono stati seguiti per 9  settimane. Deprexis ha rivelato una certa efficacia, facendo registrare una diminuzione del punteggio alla scala per la depressione BDI, a fronte di un aumento rilevato nel gruppo di controllo [Fischer A., et al. Lancet Psychiatry 2 (3): 217-223, 2015].

 

Il rame nelle sinapsi: una sorpresa nella neuromodulazione e un nuovo filone di ricerca. D’Ambrosi della Cattolica di Roma, con Luisa Rossi di Tor Vergata, ha pubblicato una rassegna di estremo interesse sul rame nella funzione sinaptica. La pompa ATP7A sembra avere un ruolo di guida per il rilascio di rame (Cu2+) nella fessura sinaptica; quando il Cu2+ è rilasciato, può controllare, direttamente o indirettamente, i recettori dei neurotrasmettitori NMDA, AMPA, GABA, P2X, modificandone l’eccitabilità. A sua volta, la neurotrasmissione può agire sugli spostamenti del rame e sul suo arrivo ai neuroni. Inoltre, il Cu2+ può modulare il traffico delle vescicole sinaptiche e l’interazione fra le proteine delle vie secretorie. È interessante notare che proteine importanti nella patogenesi di malattie neurodegenerative, quali l’APP, la proteina prionica e l’α-sinucleina, rilevanti rispettivamente per l’Alzheimer, le encefalopatie da prioni, il Parkinson ed altre sinucleopatie, possiedono domini leganti il rame. Sul rapporto fra questo dato, la fisiologia sinaptica e la patologia neurodegenerativa, si indaga e sicuramente si dovrà lavorare ancora a lungo [Neurochem Int., pii: S0197-0186 (15) 30008-5, 2015].

 

Nei dilemmi morali le valutazioni emotive e quelle utilitaristiche nel cervello sono codificate separatamente e poi integrate. Lo studio psicologico di dilemmi morali quali accettare di torturare qualcuno pur di salvare la vita di molti innocenti, ha rilevato la presenza di considerazioni emozionali ed utilitaristiche fra loro in conflitto, ma la base neurale cerebrale di questi processi mentali non era stata ancora definita. Ora, Hutcherson e Rangel, mediante un paradigma fMRI hanno accertato che le valutazioni emozionali correlavano con l’attività nel cingolo anteriore, nell’insula e nella circonvoluzione temporale superiore; mentre le valutazioni di utilità correlavano con l’attività nella giunzione temporo-parietale e nella corteccia prefrontale dorsomediale. I giudizi di valore morale complessivo erano rappresentati in una porzione della corteccia prefrontale ventromediale. I dati emersi erano compatibili con un modello in cui si ha l’elaborazione indipendente e parallela delle stime di utilità ed emozionali, che poi sono trasferite alla corteccia prefrontale ventromediale, dove si integrano a formare un segnale di un giudizio di valore morale complessivo [Hutcherson C. A. & Rangel A. The Journal of Neuroscience 9 Sept., 2015, 35 (36): 12593-12605, 2015].

 

La preferenza degli uomini per i volti di donna con spiccati tratti di femminilità declina con gli anni. Il viso delle donne presenta tratti quali occhi più grandi in rapporto all’area circostante, mento più piccolo e margine rosa delle labbra più pieno e modellato rispetto agli uomini. Tali tratti, in parte dovuti all’influenza degli estrogeni e positivamente associati con il grado di fertilità, sono prediletti dagli uomini, ma non sempre. Uno studio, che ha impiegato 2125 uomini eterosessuali di età compresa tra i 17 e i 73 anni, ha sottoposto a questi volontari un grande numero di immagini di volti femminili, una parte dei quali sono stati modificati con uno speciale programma di computer grafica per accentuarne i tratti di femminilità, secondo un modello dedotto da studi precedenti. Il grado più elevato di preferenza per i volti marcatamente femminili è stato registrato nella fascia di età fra i 30 e i 40 anni, mentre una vera e propria caduta di interesse si è riscontrata negli uomini di 70 anni ed oltre. Lo studio, concepito all’Università di Turku, in Finlandia, sarà pubblicato per conto della Società Gerontologica d’America [J Gerontol B Psychol Sci Soc Sci. Aug 28. Pii: gbv077 Epub ahead of print] ed è stato riassunto nell’alert settimanale inviato ai soci del 12-09-15.

 

Dimostrata la significatività nella realtà degli studi che indagano il processo decisionale. Gradisci un gelato alla vaniglia o al cioccolato? Le decisioni prese a modello per lo studio sperimentale del processo decisionale assomigliano molto a quella richiesta da questa domanda, mentre quelle della nostra vita quotidiana generalmente implicano scelte fra sequenze di azioni, con le loro possibili conseguenze. Alex Solway e Mattew Botvinic dell’Università di Princeton hanno dimostrato che il modello standard di integrazione della scelta, ordinariamente impiegato in questi studi, può essere direttamente esteso ad una sequenza di passi simile a quella delle decisioni della vita reale. Lo studio, presentato dal celebre scienziato cognitivo James McClelland di Stanford (California), sarà pubblicato su PNAS USA.

 

Notule

BM&L-26 settembre 2015

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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